Neoromanticherie #2
Il silenzio divora ciò che non riesco a piangere,
il vincolo del sonno adora l’anestesia,
abbraccia il brandy.
Le tue dita mi scompongono il viso.
Io non ti conosco.
Grido dalle orecchie, trucco sugli occhi capovolti.
Le mie lacrime salgono fino al cielo.
Troverai le labbra del mio seno lungo la tua via.
Raccoglile.
Tutti i nostri fuochi sono azzurri, io sono un clown
tu la dannazione,
troverai la lingua del mio ventre lungo la tua via,
dissipami.
Sono l’equazione dei tuoi giochi incomprensibili,
ma lo sai che nel mio mondo non hai volto.
Signore dei miei brividi,
ottenebra le braccia dell’impulso,
soffocami.
Devo toccarti, scandisci la parola carne.
Carne. Devo straziarti.
Dimmi che sei caldo come il sangue.
Specchio della mia moltitudine, penetra la notte come il sole,
mordi la purezza, il confine del buio:
tutte le nostre notti sono rosse.
Angelo dell’indecenza, tradisci il pallido meriggio, il freddo opaco del tuo letto,
l’odore di femmina, l’implacabile attesa delle tue mani stanche.
Il tuo nome ingoia gli organi dell’invisibile:
Il sole sorge e tramonta solo per noi.
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